Comitato Dora/Spina3

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Lettera ai Partiti

Ai Partiti delle Circoscrizioni 4 e 5 di Torino 

Torino, 10 gennaio 2006

Il Comitato Dora / Spina Tre è nato dalle esigenze dei cittadini della zona circostante il cosiddetto Parco Dora e come riferimento per gli abitanti delle case di nuova edificazione. E’ intervenuto su vari problemi, derivanti sia dai cantieri (polveri, rumori, parcheggi, viabilità) che dalla risistemazione del territorio, sollecitando che, con la realizzazione delle strutture per le Olimpiadi e del grande commercio, fossero presenti al più presto, meglio sarebbe stato contestualmente, quei servizi pubblici, come scuole ed asili, campi da gioco e giardinetti, centri d’incontro per giovani ed anziani, strutture sanitarie, ecc. che, queste sì, valorizzino la zona e il vivere collettivo.

Il Comitato sostiene la necessità della completa stombatura della Dora, la messa in sicurezza delle sponde fluviali e l’utilizzo a fini non solo estetici, ma sociali, di una parte almeno delle strutture industriali dismesse, la creazione di un vero parco fruibile dai cittadini e la necessità di integrazione dei nuovi residenti alla realtà storica e sociale dei quartieri preesistenti. Su questi temi abbiamo indetto due manifestazioni a favore dei servizi pubblici nella zona, entrambe davanti alla ex-Superga di via Verolengo, ed organizzato punti d’incontro con i nuovi residenti nella zona del Basso San Donato in piazza Umbria.

In tutte queste occasioni molti cittadini hanno portato le loro opinioni, critiche e proposte. Riteniamo quindi utile trasmettervele per dare un nostro piccolo contributo alla stesura dei vostri programmi per le prossime elezioni amministrative che riguarderanno il Comune di Torino e le Circoscrizioni 4 e 5. In particolare ci riferiamo a:

  • la stombatura della Dora nel tratto compreso tra via Livorno e corso Principe Oddone. Tale lavoro, che avrebbe dovuto essere effettuato della FIAT quando ha dismesso l’attività, evidentemente influisce in modo notevole sulla effettiva qualità di un bel tratto del futuro parco e sulla sicurezza della zona dalle inondazioni;
  • la sicurezza delle sponde fluviali nel caso di nuova piena catastrofica, in riferimento alle edificazioni, anche nuove, a ridosso del fiume e al già citato problema della stombatura della Dora;
  • la qualità del verde nel futuro parco, che sarà certamente un importante polmone per una zona scarsamente dotata di verde pubblico; tanto più importante è dunque dotarlo di alberi d’alto fusto e di zone gioco per le varie età; - la costruzione di nuove scuole di vario grado da inserire nella zona e, soprattutto, l’inizio immediato dei lavori dell’asilo nido - scuola materna previsto nel comprensorio Vitali;
  • la conferma della Stazione Dora come stazione metropolitana per l’accesso al centro città;
  • l’anticipo dei tempi di costruzione, rimandati rispetto alle previsioni iniziali, dell’ Ambulatorio sanitario presso la ex-Superga di via Verolengo: a questo scopo sarebbe utile un’azione di sollecito all’ASL delle Istituzioni ai vari livelli;
  • la creazione di ulteriori centri d’incontro per giovani ed anziani che diano possibilità di aggregazione alle migliaia di abitanti che verranno ad abitare in zona, nella logica di favorire la coesione sociale e la partecipazione dei cittadini alla vita dei quartieri. Ciò affinché i luoghi d’incontro non siano esclusivamente strutture private e/o mercantili;
  • l’utilizzo di una parte della ex-Savigliano come centro culturale polivalente (tanto più importante perché a ridosso delle nuove abitazioni, transitoriamente villaggio dei giornalisti olimpici) al cui interno sia anche previsto un luogo di conservazione della memoria storica del quartiere, delle lotte sociali e legate alla Resistenza dei lavoratori. Iniziativa che potrebbe collegarsi al Museo Diffuso della Resistenza e riprendere varie suggestioni che non si sono finora concretizzate, lasciando sempre più difficile il recupero della tradizione orale e scritta dei protagonisti;
  • la verifica della mobilità della zona interrando Corso Mortara anche nel punto in cui incrocia Via Livorno per evitare gli ingorghi della rotonda;
  • la costruzione di una pista ciclabile che permetta di percorrere in totale sicurezza via Livorno e collegare così il quartiere al centro città senza usare l'auto.

Queste considerazioni derivano dalla nostra contrarietà ai modi con cui è stato messo in pratica il progetto di Spina tre: ci facciamo e faremo portavoce delle critiche di molti cittadini nell’ottica di migliorarne, se pur a posteriori, l’impatto sui nostri quartieri. Riteniamo innanzitutto che le opere pubbliche, soprattutto quelle molto consistenti come Spina tre, debbano e possano essere discusse, non solo nelle legittime istanze amministrative e con i costruttori, ma anche con i cittadini, singoli o organizzati in varie forme, che hanno il diritto di esprimere il loro parere preventivo in modi che sono in parte da inventare, in parte sono quelli tradizionalmente utilizzati. Sarebbe sbagliato, e inoltre poco proficuo, che l’intervento dei cittadini potesse avvenire, al massimo, a posteriori, per accompagnare un progetto del tutto definito altrove, nell’unico trasparente scopo di eliminare ogni eventuale conflitto. In questo senso le Circoscrizioni, come articolazioni delle Istituzioni vicine alla gente, possono esercitare un ruolo attivo di stimolo al coinvolgimento, di raccolta delle opinioni (anche tre varie alternative) e di confronto continuo con i cittadini e con le loro opinioni, anche se critiche. Questo consente di praticare politiche condivise e di mettere a punto un progetto partecipato di città, in cui si riescano a governare i cambiamenti all’interno di un Piano complessivo.

Tutto ciò è avvenuto poco o niente nel caso del progetto di Spina tre, zona in cui gli abitanti dei quartieri storici di Borgo Vittoria, Madonna di Campagna, Lucento e San Donato, hanno convissuto per anni con grandi impianti industriali (che procuravano sia lavoro che inquinamento delle acque e dell’aria) e vedevano dunque nella dismissione di queste fabbriche un’occasione di riqualificazione dei quartieri circostanti ed una possibilità di dotarli di servizi pubblici efficienti. E’ stata invece consentita la costruzione di alcuni edifici di pesante impatto ambientale, che comportano problemi di vivibilità nelle case ad essi vicine (e forse, in futuro, anche al loro interno) e contemporaneamente è stata cancellata quasi del tutto la memoria industriale, che potrebbe essere tramandata alle giovani generazioni, in forme da costruire in modo partecipato. Si è presentata una netta sproporzione tra le strutture private (IPERCOOP, Medusa, nuova Curia, Bennet, varie residenze) e quelle pubbliche, col pericolo, ormai verificabile sul campo, che, mentre le prime sono già costruite, in costruzione o sono state finanziate, le seconde arriveranno semmai più tardi e in tempi non contestuali (i casi della CIR e della Superga insegnano). Con ciò valorizzando ulteriormente modelli di vita basati prevalentemente sul consumo, proprio in epoche in cui in molte fasce di popolazione c’è scarsa disponibilità economica, e di creazione di luoghi privati d’aggregazione che necessariamente impongono una qualche forma di pagamento per accedere o trovarsi. Certi dell’attenzione a queste considerazioni e proposte di cittadine e cittadini della zona, cordialmente salutiamo, rendendoci ovviamente disponibili ad eventuali incontri di approfondimento.

Cordiali saluti