Comitato Dora/Spina3

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PASSEGGIATA IN VIA PIANEZZA (contributo di residenti comprensorio Paracchi)

Quel tratto seppur breve di via Pianezza, che unisce Corso Potenza a Corso Svizzera tra due lati quasi non interrotti di edifici, non si fa mancare nulla in termini di brutture, degrado e inadeguatezze.
Si trova in uno “spicchio” un po' defilato di Spina3 ed e' entrato a farne parte per la presenza della “gloriosa” fabbrica di tappeti “Manifattura Paracchi” i cui storici edifici sono stati in parte abbattuti, in parte restaurati ed in altra parte lasciati cosi' “pericolanti”.
Vale la pena rammentare, nel tratto prospiciente il fiume, anche il recupero paesaggistico della Dora; da quel lato e' stato infatti creato un giardino con panchine, vialetti, giochi per i bimbi e pista ciclabile.
Ma allora perche' brutture e degrado? Possiamo darci diverse spiegazioni e comprendere, ma giustificare e rassegnarci, no. Proprio non e' possibile.
Tolti i cantieri, altri interventi significativi in quest'area non ce ne sono stati, almeno tra via Balangero, via Pianezza e corso Svizzera. Non dobbiamo scordare infatti, che in via Nole stanno sorgendo l'”hortus conclusus”, l'inizio della passerella che arrivera' fino in via Orvieto e la porzione di parco in cui sono previste piantumazioni e vasche con flora e fauna acquatica.
Quando a breve tutto sarà pronto e consegnato agli onori della città i passanti e (speriamo) i turisti in visita al parco, non dovranno però “sconfinare”: potrebbero scoprire altri aspetti della zona non proprio edificanti.
Addentriamoci allora nell'area “proibita” e ascoltiamo le osservazioni degli abitanti che denunciano, oltre alla sensazione di abbandono da parte dell'Amministrazione, anche la maleducazione e la noncuranza di altri residenti e/o passanti.

Lungo via Pianezza infatti, troviamo tratti non curati dalla proprieta' degli edifici, poiché sporcizia ed erbacce arredano i marciapiedi. Attorno ai cassonetti dei rifiuti vediamo spesso sacchetti ed immondizia d'ogni genere abbandonati. Nel parcheggio, gia' dalle prime ore della sera, e' facile assistere a spaccio e prostituzione. Un residente ci informa di aver subito, in poco tempo, il furto di un'auto e la rottura del lunotto posteriore di quella sostitutiva; per non parlare dei moltissimi altri residenti che hanno sopportato furti e danni agli autoveicoli. I marciapiedi della via in alcuni punti sono stretti, al punto che bastano due persone per ostacolarsi nel passaggio e nei giorni piovosi o nevosi non si puo' transitare senza essere colpiti dagli schizzi sollevati dal passaggio delle auto, che peraltro raramente rispettano il limite dei 30 Km orari imposto alla viabilità del tratto. Anche la facciata della parte piu' nobile della ex fabbrica Paracchi, ristrutturata alcuni anni fa, risulta sporca dal fango provniente dalla strada.
La via alternativa, per i pedoni, e' però costituita dall'amena passeggiata nella pista ciclabile lungo la Dora; ma anche di qui amara sorpresa: sotto il breve tunnel a metà della pista si è insediato un bel bivacco di sbandati. Sporcizia e siringhe escono ormai dal tunnel ed invadono il giardino con grave rischio per le persone e soprattutto per bambini che frequentano i giochi. Spesso violente liti vivacizzano le ore serali, quando ormai nessuno osa più avventurarsi lungo la passeggiata.
Per onor del vero occorre informare che nel tempo intercorso tra la redazione di questo scritto e la sua pubblicazione, l'Amiat ha provveduto alla pulizia del tunnel e le forze di Pulizia Municipale hanno effettuato dei sopralluoghi. Occorrera' pero' pensare a dei provvedimenti che mantengano la situazione di pulizia e decoro. Per quanto riguarda il giardino, purtroppo i tagli ai bilanci dei comuni, consentono, la trasformazione dei giardini in piccole originali “selve”, per il periodo che intercorre tra le diverse manutenzioni.

Proseguendo verso corso Svizzera, incontriamo la fermata dell'autobus n. 59. E' situata lungo il muro esterno dell'edificio al numero civico 1, finalmente abbattuto, ma che continua ad essere ricettacolo di immondizie. La fermata, non e' dotata di pensilina ed e' situata lungo il marciapiede, abbastanza stretto, dove ci sono piante che ostacolano i passeggeri in attesa.

Quasi di fronte alla fermata c'e' un fabbricato industriale abbandonato; il lato che si affaccia su via Pianezza e' decorato da “graziosi” graffiti, mentre dal lato verso via Balangero i soliti “ragazzacci” hanno individuato l'ingresso per un riparo non autorizzato.

Svoltando a destra, oltre il distributore, possiamo osservare il ponte (per ironia intestato a Candido Ramello Direttore dell'Ufficio d'Igiene di Torino – 1866 -1903) la cui situazione di degrado e' gia' stata segnalata anche ai media.

A sinistra, in corso Svizzera, i residenti sono ormai profondamente demoralizzati. Incontro gli ultimi negozianti che sono stanchi degli abusi e dei furti che debbono sopportare; denunciano che lo spaccio e' un mercato regolare; forse la presenza di tossicodipendenti e' alta poiche' sono richiamati dalla presenza del servizio di distribuzione del metadone presso l'Ospedale Amedeo di Savoia. Raccontano che piu' volte hanno denunciato lo stato della zona, cosi' come la mancanza di posteggi e la carenza di cassonetti per i rifiuti, pochi per servire gli abitanti dei fabbricati all'angolo tra via Pianezza e corso Svizzera. Molti residenti, inascoltati nei loro appelli, hanno deciso di mettere in vendita i propri appartamenti o locali commerciali.
A questi problemi di degrado dell'area si aggiunge che il commercio e' stato molto penalizzato dalla presenza di numerosi Centri Commerciali che contraddistinguono Spina.
Svoltando in via Balangero, superato il basso fabbricato industriale abbandonato, si trova un edificio decisamente malandato.

Terminando questa virtuale passeggiata, riflettiamo sugli investimenti fatti nell'area confinante: la bella chiesa del Sacro Volto, il parco, l'Hortus, le fontane......., ma nemmeno nell'antica Roma si permetteva che aree di pregio confinassero con altre degradate. E dire che nella zona resistono ancora artigiani e piccole imprese che meriterebbero attenzione e andrebbero agevolati nella loro volonta' di far reggere una piccola locale economia.