Comitato Dora/Spina3

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“3+3 DOMANDE PER SPINA 3” - LE RISPOSTE DEI CANDIDATI A SINDACO DI TORINO

RINGRAZIAMO I CANDIDATI CHE HANNO VOLUTO FARCI CONOSCERE IL LORO PARERE E I LORO IMPEGNI AMMINISTRATIVI IN MERITO AL QUARTIERE (LE DICHIARAZIONI OVVIAMENTE NON COINVOLGONO IL COMITATO DORA SPINA TRE)

NON ABBIAMO RICEVUTO RISPOSTA DA: PIERO FASSINO, MICHELE COPPOLA, DANIELE DE BETTO E ROSANNA BECARELLI

A SEGUIRE LE RISPOSTE DI ALBERTO MUSY, JURI BOSSUTO E VITTORIO BERTOLA (IN ORDINE DI RICEVIMENTO DELLE RISPOSTE)

ALBERTO MUSY

1) Cosa pensa di Spina 3 dal punto di vista del modello urbanistico e della vivibilità del quartiere?
Dal punto di vista urbanistico la ritengo un'occasione persa perché nel ridisegnare una parte importante della città non si è tenuto conto degli aspetti ambientali, sociali e ricreativi che avrebbero potuto dare un respiro diverso all'intera area. Il modello pensato e realizzato è stato di respiro molto corto perché a fianco di importanti insediamenti residenziali si è costruito un grande centro commerciale e una grande multisala senza pensare da un lato a spazi aggregativi decenti per giovani e meno giovani dall'altro a servizi più a misura d'uomo (negozi per la piccola distribuzione, botteghe artigiane di qualità); tanto meno si sono progettati spazi verdi degni di questo nome: il nascente parco dora - soprattutto per quanto si è potuto vedere nel tratto tra via Livorno e il passante ferroviario - è caratterizzato più dal cemento che da alberi e prati.

2) Ritiene che Spina 3 sia un modello da applicare ad altre trasformazioni urbane o un esempio da non ripetere?
Spina 3 era partita molto bene. L'idea del parco tecnologico - Environment Park - poteva davvero caratterizzare qualitativamente l'area. Mi sembra che ci sia persi per strada. Che non si sia stati capaci di correggere errori in corso d'opera. La stessa qualità degli insediamenti realizzati lascia molto a desiderare. Si sarebbe dovuto investire maggiormente per avere case efficienti dal punto di vista energetico, spazi verdi usufruibili. L'area di 1 milione e 500 mila metri quadri avrebbe potuto essere riqualificata con altri canoni e con altri criteri.

3) Il nostro Comitato ha segnalato in questi anni una serie di bisogni del quartiere. Ad esempio il Poliambulatorio sanitario nella ex-Superga di via Verolengo, una biblioteca/centro culturale e d’aggregazione di quartiere per giovani ed anziani, il completamento dell’offerta scolastica, la fruibilità del Parco Dora, …). Quali impegni si sente di assumere nella sua prossima attività amministrativa in merito alle questioni?
Bisogna pensare a rendere percorribile l'accesso al parco dora attraversando il cannocchiale che taglia in due l'Environment park. E’ necessario trovare lo spazio per portare su Spina 3 un centro civico che affianchi una biblioteca, un'emeroteca, una ludoteca, una bocciofila. Per il Poliambulatorio, visti i tagli della Regione nel comparto della sanità, non voglio fare promesse da marinaio ma mi impegnerò per capire innanzitutto quali possano essere gli spazi per portarne uno sul territorio.

4) Cosa le piace o meno del progetto del Parco Dora in via di realizzazione?
Come ho detto prima c'è troppo cemento. l'ingresso di via Livorno sembra più una rampa della tangenziale che l'entrata principale del parco. Il resto - da via Livorno verso corso Svizzera - spero sia meglio. E lo stesso per l'area sotto la ex Teksid.

5) Le Circoscrizioni 4 e 5 sono state, a nostro parere, poco presenti nella progettazione e nella realizzazione del quartiere e nel rapporto con i residenti. Che ruolo pensa debbano avere le Circoscrizioni per il futuro?
Le Circoscrizioni avrebbero dovuto e potuto far sentire presso il Sindaco e gli Assessori competenti la loro voce, la voce dei Comitati spontanei. Avrebbero potuto e dovuto pretendere interventi che andassero a tutelare la qualità della vita dei residenti. Spina 3 essendo a cavallo delle due Circoscrizioni avrebbe meritato una concertazione diversa rispetto a quella che (non) si è vista. E’ mancato lo spirito propositivo così come quello critico, da parte delle due Circoscrizioni. Forse proprio l'essere a cavallo non ha portato a considerare le opportunità che si sarebbero potute cogliere. Forse la Presidente della 5 era più impegnata a governare la Segreteria provinciale del PD che ad amministrare il territorio. Quello della 4 troppo piegato su Parella. Le Circoscrizioni devono essere meno autoreferenziali e chi le amministra dovrebbe essere più attento alle voci che arrivano dal territorio.

6) In ultimo, le chiediamo una sua breve riflessione generale su Spina 3.
Parto dalla considerazione che Spina 3 non dovrebbe arrivare sulla cronaca perché si sta aprendo il più grande centro scommesse italiano ma per altri motivi. Spina 3 è il luogo dove è nata l'industria torinese: un tempo con i mulini, poi con le fonderie francesi Vandel infine con le ferriere Fiat, la Michelin, le Officine Savigliano. Amministratori rispettosi della storia di Torino avrebbero dovuto immaginare un nuovo centro nevralgico per la città e non una nuova periferia: senza servizi, con un forte rischio di possibili disagi, senza veri, e sani, centri di aggregazione. La necessità ora è di portare questi centri il prima possibile per fare dell'area una zona viva della città e non un quartiere dormitorio.

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JURI BOSSUTO

1) Cosa pensa di Spina 3 dal punto di vista del modello urbanistico e della vivibilità del quartiere?
Ritengo che il modello urbanistico da cui sorge la Spina 3, un modello agganciato alle 265 varianti di questi ultimi anni, sia incentrato sull’assenza assoluta di prospettive e programmazione cittadina. Il ricorso a varianti, da parte della Giunta, comporta un cedimento nel garantire la qualità della vita ai cittadini, di cui ricordo il Sindaco è garante quale istituzione che dovrebbe vigilare sulla salute dei torinesi, nonché una confusa espansione urbana a cui corrisponde assenza di servizi dedicati alla persona. La Spina, a testimonianza di quanto scrivo, infatti è sprovvista di spazi “di e per” la comunità presentandosi quale insieme di edifici privi di servizi.

2) Ritiene che Spina 3 sia un modello da applicare ad altre trasformazioni urbane o un esempio da non ripetere?
Temo che il modello Spina 3 sia da evitare per il futuro e, inoltre, si debba intervenire per correggerne le caratteristiche negative ora presenti. Ritengo urgente porre rimedio alle criticità attualmente presenti nella Spina.

3) Il nostro Comitato ha segnalato in questi anni una serie di bisogni del quartiere. Ad esempio il Poliambulatorio sanitario nella ex-Superga di via Verolengo, una biblioteca/centro culturale e d’aggregazione di quartiere per giovani ed anziani, il completamento dell’offerta scolastica, la fruibilità del Parco Dora, …). Quali impegni si sente di assumere nella sua prossima attività amministrativa in merito alle questioni?
Sono proprio i problemi derivanti da questa scelta urbanistica che forniscono estrema credibilità alle Vostre rivendicazioni. Credo si debba garantire il massimo impegno nel giungere alla realizzazione delle osservazioni da Voi prodotte, a partire dall’apertura della biblioteca. Per il poliambulatorio il Comune deve impegnarsi nella ricerca di fondi ed intese, con Regione ed Asl, al fine di garantire il servizio sanitario a quella che si presenta come una città nella città (la Spina). Il Comune non gestisce le strutture sanitarie e neppure disegna le linee del Piano Sanitario regionale, ma nel nome della Salute, di cui è garante, scrive i piani della Salute e indica priorità: tra queste può e deve rientrare il Poliambulatorio.

4) Cosa le piace o meno del progetto del Parco Dora in via di realizzazione?
Nel 2001-2006 sono stato presidente di Urban 2; ritengo quell’esperienza importante nel costruire modelli di partecipazione nella riqualificazione della Città. Non ho tutti i dati per giudicare il progetto Parco Dora, ma sono certo che la strada migliore per la sua realizzazione sia il coinvolgimento dei cittadini unito ad opere realizzabili in tempi utili: non faraoniche o solo di immagine, ma utili alla cittadinanza ed alla sua conseguente fruibilità. Ad oggi mi pare un progetto interessante ma tanto di “immagine” (leggo ancora una volta la presenza di pesanti condizionamenti di privati influenti) che auguro possano essere corretti dalla presenza dei cittadini negli organi di partecipazione alla progettazione stessa. Insomma ridurre il grande progetto ed elaborare un’opera di realizzazione in tempi non infiniti e soggetta all’uso reale da parte dei cittadini.

5) Le Circoscrizioni 4 e 5 sono state, a nostro parere, poco presenti nella progettazione e nella realizzazione del quartiere e nel rapporto con i residenti. Che ruolo pensa debbano avere le Circoscrizioni per il futuro?
Le Circoscrizioni ad oggi elaborano pareri non vincolati su delibere spesso già approvate dal Consiglio comunale. L’esistenza dell’organo circoscrizionale rischia di andare lontano dalla delibera degli anni 70 che costituì i quartieri. All’epoca si pensò a luoghi di partecipazione aperti anche ai comitati spontanei ed ai consigli di fabbrica. Oggi sembrano luoghi dediti alla clientela e basta, in cui si spendono fondi per la gloria di un qualche Presidente e lontani dai cittadini. Si deve rifondare le Circoscrizioni tramite poteri e ruoli davvero progettuali, altrimenti meglio ridurle a zero.

6) In ultimo, le chiediamo una sua breve riflessione generale su Spina 3.
La mia risposta a questo punto credo si racchiuda in quelle dei cinque precedenti.

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VITTORIO BERTOLA

1) Cosa pensa di Spina 3 dal punto di vista del modello urbanistico e della vivibilità del quartiere?
La Spina 3 nelle sua  fase iniziale, voleva essere un progetto di  sviluppo urbanistico, secondo un asse viario pedonale ciclabile che collegasse la zona nord alla zona sud della città, quindi una  ricucitura urbana a scala comunale. 
Purtroppo i progetti urbanistici vengono poi nell'arco degli anni modificati da numerose varianti che ne snaturano le valenze iniziali, anche spina 3 ha subito lo stesso iter, e come sempre a farne le spese sono le zone verdi a parco a scapito delle residenziali, nell'ottica contorta del fare cassa sfruttando al massimo il capitale immobiliare . Il giudizio quindi va diviso tra il progetto iniziale, positivo a mio avviso, in quanto riprende  il concetto di assi direttori principali su cui costruire e ricucire la nuova Torino, modello usato già dai romani (cardo e decumano) prima e dallo sviluppo rinascimentale poi (assi di via Roma e via Garibaldi). 
Giudizio chiaramente negativo delle numerose varianti che hanno ripetutamente rosicchiato, con residenze e centri commerciali, verde urbano previsto a parco trasformandolo in verde di pertinenza residenziale o interstiziale, che non soddisfa assolutamente lo scopo dei parchi pubblici, cioè essere i polmoni della città. 

2) Ritiene che Spina 3 sia un modello da applicare ad altre trasformazioni urbane o un esempio da non ripetere?
Riteniamo che si debba ritornare a dei progetti urbanistici che hanno il compito reale di pianificare e che non diano linee guida di massima da cui è facile allontanarsi dal progetto iniziale. Dal primo progetto di Spina 3 l'urbanistica ha per fortuna cominciato a utilizzare nuovi parametri, parlo chiaramente dell'urbanistica che intendiamo noi del movimento 5 stelle. i nuovi parametri o indici vanno nell'ottica del benessere dell'uomo, quindi si invertono i valori fino ad ora utilizzati, cioè superficie residenziale commerciale in primis e poi di contorno il verde e i servizi. In molte città già si progetta prima il verde poi la mobilità viaria e pedonale, e infine la residenza di nuova generazione cioè basso emissiva, recuperatrice di acqua piovana per usi irrigui. il verde urbano di nuova generazione è un vero e proprio ecosistema, assimilabile ad un biotopo urbano, dove la quantità e la qualità di specie arboree, zona umide, e filari di vegetazione permettono una notevole produzione di ossigeno riducono le temperatura urbana attenuando il fenomeno dell'isola di calore, e fitodepurano le acque piovane.

3) Il nostro Comitato ha segnalato in questi anni una serie di bisogni del quartiere. Ad esempio il Poliambulatorio sanitario nella ex-Superga di via Verolengo, una biblioteca/centro culturale e d’aggregazione di quartiere per giovani ed anziani, il completamento dell’offerta scolastica, la fruibilità del Parco Dora, …). Quali impegni si sente di assumere nella sua prossima attività amministrativa in merito alle questioni?
Molte necessità evidenziate dal comitato rappresentano esigenze che il Movimento 5 stelle ritiene siano importanti per la qualità della vita dei cittadini torinesi all'interno dei propri quartieri.  Tra i punti presenti nel programma del Movimento 5 stelle vi sono proprio tematiche molto vicine a quelle citate,  quali la creazione di luoghi di aggregazione per giovani e anziani, l'istituzione e la promozione all'utilizzo delle biblioteche di quartiere affinché possano divenire anche dei punti di partecipazione; lo sfruttamento più esteso degli edifici scolastici favorendo l’apertura pomeridiana delle strutture per realizzare corsi tenuti da associazioni di volontariato; la diffusione di aree pedonali nei quartieri.

4) Cosa le piace o meno del progetto del Parco Dora in via di realizzazione?
La presenza di un parco di circa 450 mila metri quadri, in un'area dove per decenni ci sono stati capannoni, industrie e distese di cemento, e la sua trasformazione in giardini e viali alberati, quindi teoricamente maggiori spazi verdi, è a nostro avviso positiva. Rimangono tuttavia parecchi dubbi sul progetto in merito a svariate tematiche quali le tempistiche dei lavori, il verde nel parco, la presenza o meno di strutture a titolo gratuito vs a pagamento, il problema delle bonifiche dell'acqua, l'accesso dei diversamente abili al parco, la presenza o meno di piste ciclabili al suo interno. Coerentemente con le nostre proposte che sostengono la maggiore partecipazione dei cittadini, riteniamo che probabilmente, anche in questo, un maggior coinvolgimento degli abitanti della zona avrebbe potuto favorire un risultato più soddisfacente per i cittadini che vivranno quotidianamente il parco.
5) Le Circoscrizioni 4 e 5 sono state, a nostro parere, poco presenti nella progettazione e nella realizzazione del quartiere e nel rapporto con i residenti. Che ruolo pensa debbano avere le Circoscrizioni per il futuro?
Per il Movimento 5 stelle la partecipazione dei cittadini è di fondamentale importanza, a tal fine ci impegneremo per cercare di  istituire un assessorato specifico per la partecipazione dei cittadini e per il decentramento delle funzioni comunali. Oltre al ruolo delle circoscrizioni, vorremmo anche promuovere l'istituzione di osservatori di quartiere per cercare di monitorare le necessità di ogni zona della città. Vorremmo intorte istituire meccanismi, quali il bilancio partecipativo, che a livello di circoscrizione, confrontandosi con i propri abitanti, possano agire autonomamente sull'allocazione di certe tipologie di risorse.

6)In ultimo, le chiediamo una sua breve riflessione generale su Spina 3.
La spina 3 è ormai un  progetto obsoleto da cui riprendere la sola idea iniziale di ricucitura attraverso assi di sviluppo. Sicuramente sarà un cambiamento importante e sarà compito dei cittadini monitorarne il suo sviluppo, e se possibile riuscire a limitare alcuni progetti che ormai non hanno più senso, come per esempio i 3 grattacieli di via Rebaudengo e i numerosi nuovi centri commerciali previsti.